Logistics is the new Marketing

Il titolo del nostro articolo è molto esplicito, azzardato forse?
Noi di Active Logistics crediamo che il nuovo e vero vantaggio competitivo per aziende di produzione si fondi sull’integrazione e ottimizzazione di due funzioni da troppo tempo considerate agli antipodi: Logistica e Marketing.
I corrieri che consegnano la merce alle nostre case sono l’ultimo anello di una lunga ed elaborata catena del valore che vede come obiettivo finale la soddisfazione di noi consumatori.
Da sempre la logistica soffre di una visione stereotipata che la classifica nell’ambito delle materie “tecniche” e commerciali. Contrariamente a quanto tanti ancora pensano invece essa affronta, molto più di altre aree aziendali, l’analisi dei bisogni del cliente.
Ancora prima della decisione su quale sia il mezzo di trasporto più adatto per le merci o sull’ organizzazione interna del magazzino, infatti, vengono gli interessi del cliente.
Per questo motivo e per il lavoro che affrontiamo tutti i giorni crediamo che un’efficace ed efficiente gestione della logistica può essere fattore di vantaggio competitivo per ogni impresa, non solo per la capacità dei vettori di essere puntuali nella consegna ma nella capacità di interpretazione dei bisogni dei clienti finali.

Ne hanno capito qualcosa colossi come Amazon e Zalando che hanno fondato il successo su logiche di Supply Chain ottimizzate e integrate; i clienti infatti non si chiedono più da dove arrivino i prodotti ma ne pretendono la consegna nei tempi e nei modi da loro prestabiliti.
Sempre più aziende infatti decidono di ricorrere alla gestione in outsourcing della logistica avanzata.

Perché hanno capito che, anche se confinata ad ultimo anello della catena del valore, una buona logistica gestita da partner seri ed esperti è fondamentale per essere privilegiati sul mercato, ottimizzare le risorse a disposizione ed evitare gli sprechi.
In questo scenario così mutevole Active Logistics vuole porsi come partner competitivo ed affidabile per le aziende.

Per questo motivo stiamo ampliando le nostre collaborazioni per garantire un servizio che comprenda tutti i tipi di trasporto dal cargo aereo al servizio di consegna express per offrire quel plus che vada ad integrarsi perfettamente come anello finale, ma non meno importante, della catena del valore.

La digitalizzazione della logistica

La digitalizzazione sta cambiando la logistica, abilitando miglioramenti dei processi grazie a un uso sempre più intelligente e tempestivo delle informazioni. I tre ambiti tecnologici più sviluppati, quelli in cui sia le aziende committenti che gli operatori logistici credono di più, sono: le piattaforme collaborative, che consentono lo scambio di informazioni (fatture, ordini, Ddt, prenotazioni slot di consegna); la dematerializzazione e digitalizzazione dei documenti per il trasporto; e appunto, le logistics app: applicazioni per smartphone o tablet integrate con il Tms (transportation management software) degli operatori logistici. Applicazioni che confermano in tempo reale la consegna della merce, localizzano la posizione del mezzo in ogni istante del viaggio, consentono la gestione dei pagamenti on delivery e molto altro ancora. A fianco di quelle più utilizzate – come ad esempio la georeferenziazione dei mezzi, la fotocamera come supporto alla gestione dei contenziosi– sono state introdotte il postino intelligente, il calcolo dell’ETA (Expected Time of Arrival) in tempo reale, l’integrazione con IoT (Internet of Things) e le chat tra driver e back-office.

Queste tecnologie definiscono tre grandi aree di interesse. La prima è l’esigenza di visibilità sull’intero processo di distribuzione e consegna, e di informazioni tempestive sull’ultimo miglio, a cui vanno incontro Piattaforme collaborative, Logistics App e soluzioni di dematerializzazione.
Queste soluzioni consentono più tempestività e tracciabilità delle informazioni, incrementano efficienza e qualità del processo di distribuzione. A frenare lo sviluppo delle nuove soluzioni tecnologiche sono la complessità nella gestione della comunicazione tra sistemi e i cambiamenti organizzativi richiesti, oltre che la resistenza al cambiamento del personale. Non solo, le soluzioni più recenti soffrono della difficoltà di valutazione di benefici e tempi di ritorno degli investimenti. Il settore sta facendo dunque i conti con la “digital disruption: quel momento in cui una nuova tecnologia origina il cambiamento di una determinata attività e modifica completamente il modello di lavoro precedente, sapremo raccogliere il guanto di sfida lanciato dalla digitalizzazione?

Il mestiere del camionista: non c’è ricambio generazionale

L’autotrasporto europeo da tempo presenta una carenza di camionisti e questo si sta rivelando un problema molto serio nel settore. Sussiste un vero e proprio problema di “ ricambio generazionale”.

In Germania per ogni 50.000 pensionamenti ci sono solo 10.000 nuovi arrivi. Pare che i giovani, in gran parte, non ne vogliano sapere di intraprendere una professione simile: i fattori scoraggianti riguarderebbero regole, traffico e ritmi stressanti di lavoro:  Krage, presidente dell’associazione di categoria DSLV (Associazione Tedesca degli Spedizionieri e della Logistica) afferma che: “aumentare gli stipendi non aiuta a risolvere il problema; semplicemente c’è troppo poco personale qualificato.”

Episodi analoghi sono emersi anche sul fronte italiano. Trovare personale con le patenti di guida necessarie e interessato a questa professione non è facile; secondo l’imprenditore veneto Damaso Zanardo, il problema dipenderebbe dal grosso squilibrio esistente tra lordo e netto della retribuzione: “ gli autisti in realtà ci sono ma non vengono a lavorare per imprese italiane: fuori dell’Italia ci sono tanti posti dove pagano meglio, non tanto come cifra degli stipendi perché in realtà siamo secondi in Europa con circa 51 mila euro l’anno, ma il fatto è che in tasca ne rimangono meno di 30 mila».

In nessun altro paese si spende la stessa cifra lorda, in tanti altri il netto si attesta più alto.
È sufficiente questo squilibrio a far tenere lontani aspiranti autisti dalle aziende italiane? Si, in buona parte, oltretutto ad aggravare la situazione ci si mette l’opinione pubblica che secondo un’indagine di Pricewaterhousecoopers considera il mestiere, sostanzialmente, poco attraente.

Il settore deve riuscire a far tornare attraente il lavoro dell’autista professionista. Condizioni di lavoro adeguate ed imprese che lavorino per migliorare la qualità di vita dei propri conducenti, sono fattori fondamentali affinché questa professione possa diventare, in futuro, più gratificante per chi la esercita.
Provvedimenti celeri ed efficaci sono necessari altrimenti come conseguenza presto gli articoli acquistati online potrebbero non essere più recapitati alle nostre case oppure gli scaffali dei supermercati restare vuoti.

Anno nuovo, nuovi rincari

Fedele a quanto comunicato dal Ministero dei trasporti è arrivata una nuova raffica di aumenti anche per i pedaggi autostradali, con incrementi medi del 2,74%. Vera e propria stangata per gli automobilisti. Ma è il mondo dell’autotrasporto e della logistica ad insorgere. In particolare, a scatenare il malumore delle imprese dell’autotrasporto sono stati i rincari che hanno colpito alcune delle direttrici classiche del trasporto merci: l’asse autostradale Est-Ovest e la tratta per Genova (Milano Serravalle). Anita, l’associazione di Confindustria che rappresenta le imprese di autotrasporto merci e logistica attive in Italia e in Europa, si fa a capo della protesta. Il costo dei pedaggi autostradali incide per circa il 12% sui costi gestione di un mezzo pesante e i nuovi incrementi si riverseranno inevitabilmente sui noli del trasporto e di conseguenza sui costi logistici per le imprese produttrici. I trasporti e la logistica sono un asset strategico per l’Italia ma i maxi-rincari dei pedaggi autostradali e la concorrenza spesso sleale degli autotrasportatori dei Paesi dell’Est, che oggi hanno in pugno oltre la metà del mercato internazionale in Italia, stanno mettendo in crisi il nostro trasporto su gomma e rendono più incerta la ripresa. Secondo l’Anita, in una fase di rinascita dell’economia in cui il Pil italiano cresce, anche se meno rispetto a molti altri Paesi Ue, l’Italia non si può permettere un nuovo rincaro dei costi di produzione, «che comprometterebbe la forza delle esportazioni >>.
Anita chiede che il settore del trasporto e della logistica sia coinvolto attivamente nelle decisioni riguardanti la determinazione dei pedaggi e soprattutto che prima di considerare ulteriori aumenti il ministero delle Infrastrutture pretenda miglioramenti in termini di percorribilità e di sicurezza della rete autostradale.

Investimenti italiani 2018: al top la logistica

Nel terzo trimestre del 2017 il settore della logistica e dei trasporti ha registrato un’attività superiore alla media dell’ultimo decennio, con previsione di superare per la prima volta, in Italia, un giro d’affari di 10 miliardi di euro.

La crescita italiana di quest’anno è imputata in buona parte alla logistica; tradotto in soldi veri, le previsioni parlano di 10,685 miliardi di euro che saranno investiti in Italia nel 2018. È dunque la logistica il vero nuovo traino di settore; un ambito in cui si registrano investimenti raddoppiati rispetto a due anni fa.

Si passerà infatti dai 630 milioni di euro nel 2016 ai 1,162 miliardi nel 2018.
Per tornare a crescere come sistema Paese è importante agire anche attraverso la leva logistica, iniziando a semplificare le operazioni di sdoganamento delle merci nei porti marittimi, realizzando collegamenti tra  centri portuali, ferroviari, aeroportuali con le aree industriali  incentivando l’intermodalità.

A volte si tratta di semplici raccordi che porterebbero grandi benefici a tutto il sistema della mobilità e alla competitività dell’industria italiana. E’ certo che  nessuna azienda può raggiungere il successo senza un sistema logistico che la supporti e che sia funzionale alla sua crescita.

Divieti di circolazione: Tutte le date per il mese di Dicembre 2017

Il blocco dei mezzi pesanti per il mese di Dicembre 2017, ovvero il divieto della circolazione per i veicoli con massa complessiva superiore alle 7,5 tonnellate, è previsto per le seguenti date:

– Domenica 3 Dicembre dalle 9:00 alle 22:00
– Venerdì 8 Dicembre dalle 9:00 alle 22:00
– Domenica 10 Dicembre dalle 9:00 alle 22:00
– Domenica 17 Dicembre dalle 9:00 alle 22:00
– Sabato 23 Dicembre dalle 8:00 alle 14:00
– Domenica 24 Dicembre dalle 9:00 alle 22:00
– Lunedì 25 Dicembre dalle 9:00 alle 22:00
– Martedì 26 Dicembre dalle 9:00 alle 22:00
– Domenica 31 Dicembre dalle 9:00 alle 22:00

DEROGHE AL BLOCCO DEI MEZZI:

Nel caso in cui il trattore dotato di semirimorchio non sia adibito al carico, si va a vedere sulla carta di circolazione la tara dello stesso. E, solo nel caso in cui il semirimorchio sia stato sganciato in sede di riconsegna per la prosecuzione del trasporto della merce attraverso il sistema intermodale, il trattore non deve sottostare al blocco della circolazione. Purché ci sia la documentazione che attesti dell’avvenuta riconsegna.

Per i veicoli che arrivano dalla Sardegna e dall’estero (anche Città del Vaticano e Repubblica di San Marino), l’orario del divieto di circolazione è posticipato di 4 ore.

Per i veicoli diretti in Sardegna l’orario del termine di divieto di circolazione è anticipato di 4 ore, mente per i veicoli diretti all’estero è anticipato di 2 ore.

Per i veicoli circolanti in Sardegna che arrivano dalla penisola, l’orario di inizio e del divieto è posticipato di 4 ore. E i veicoli che dalla Sardegna sono diretti ai traghetti, ad eccezione che per quelli diretti in Calabria attraverso i porti di Reggio Calabria e Villa San Giovanni, non sono soggetti al divieto di circolazione.

Per i veicoli diretti ai principali interporti di rilevanza nazionale, ai terminal intermodali e agli aeroporti, l’orario del termine di divieto di circolazione è anticipato di 4 ore.

In tutti i casi in cui vi siano delle deroghe al blocco dei mezzi pesanti, è necessario avere con sé la documentazione che attesti l’origine del viaggio e la destinazione della merce.

Dumping sociale: Ikea e le nuove regole per l’autotrasporto

Il 31 maggio scorso La Commissione Europea ha approvato un pacchetto di riforme che con ben otto iniziative legislative si pone l’obiettivo di modernizzare il trasporto su strada nell’Unione nei prossimi anni, combattendo il dumping sociale e il lavoro nero, cresciuti in modo esponenziale dopo l’allargamento della Ue ai 13 paesi dell’Est. (Il Sole 24 Ore)
Il principio che sottende questa riforma è: “pagare uguale per lavoro uguale”: per superare una volta per tutte l’attuale “mosaico” di regole vigenti sull’introduzione del salario minimo, ma ovviamente diverso uno dall’altro.
Il colosso svedese Ikea diventa il primo grande Gruppo europeo ad affrontare di petto il delicato problema del dumping salariale nella filiera dei trasporti.  Per dumping salariale si intende quel processo attraverso il quale viene esercitata una pressione verso il basso del livello generale dei salari, sfruttando l’esistenza dei fortissimi squilibri sul piano del costo del lavoro che sussistono nel mercato unico. In accordo con l’International Transport Workers’ Federation, Ikea, ha stabilito nuovi standard con i propri fornitori logistici per escludere che possano verificarsi casi di sfruttamento del lavoro.
Non solo in Italia, infatti, Ikea ha dovuto fronteggiare ripetute proteste dei lavoratori. Si tratta di un nuovo regolamento che include tra i parametri anche orari di lavoro, salari e turni di riposo.
Per implementare quest’importante operazione, Ikea afferma di aver avviato controlli mirati, svolgendo indagini sull’attività delle società di trasporto e intervistando anche gli autisti in merito alle proprie condizioni di lavoro, dichiarando: “Se qualcuno dei nostri fornitori dovesse violare le leggi, i regolamenti o gli accordi previsti provvederemo subito a interrompere il rapporto”. L’auspicio è che tutti gli Stati membri si impegnino in questo senso a intensificare i controlli sull’attuazione delle norme in materia di orari di lavoro e di riposo nel settore dei trasporti, e che l’azione di Ikea funga da esempio anche per altri grandi gruppi che lavorano nel mercato europeo.

Caso Ryanair – i prezzi bassi vincono sempre?

“Lowest cost always wins” ha affermato O’Leary, il dominus di Ryanair, nel 2012 durante una conferenza stampa a Göteborg. Il caso Ryanair in queste settimane ha fatto discutere e noi pensiamo sia spunto di riflessione interessante per comprendere meglio le strategie del nostro settore. La dottrina  della compagnia aerea si fonda sull’ idea che in un mercato planetario il prezzo abbia sempre la meglio sulla qualità. E che, per essere meno cari della concorrenza, sia indispensabile tagliare il più possibile i costi. In questo la compagnia ha compiuto un lavoro perfetto: Ryanair ha il costo del lavoro più basso in assoluto del settore.  Il costo di piloti, steward, assistenti e personale di terra pesa per soli 5 euro per ogni passeggero trasportato come esplicita la presentazione dell’ultimo bilancio della compagnia irlandese. ( Il Sole 24 Ore)

Un miracolo di profittabilità che non ha pari nel settore. Ma quali risvolti nasconde questo modello commerciale? Il caos derivante dai 2100 voli cancellati pare trovi origine proprio dalla “fuga di piloti” che non accettano più le condizioni di lavoro imposte  (ritmi di lavoro richiesti,  stipendi bassi e utilizzo intensivo di aerei). Ryanair, perseguendo il modello del “bad enough” ha nel tempo raggiunto risultati incredibili: è la prima compagnia europea per numero di passeggeri, con un traffico record nell’ ultimo mese di Agosto di 12,7 milioni di persone e un giro d’affari di 6,6 miliardi di euro. La cancellazione dei 2100 voli rappresenta poco meno del 2% del traffico aereo gestito, ma risulta comunque un disservizio per i viaggiatori. Il cliente finale sarà disposto a bypassare i disservizi della compagnia pur di accaparrarsi il miglior prezzo? Nello specifico, noi di Active Logistics ci siamo chiesti se questa legge sussista anche nel settore dei trasporti su strada. Il nostro è un settore in cui la concorrenza è molto alta, le aziende hanno un ventaglio di scelta estremamente ampio e siamo convinti che i prezzi bassi continueranno ad essere appetibili per tanti.  Crediamo fortemente però,  che la costruzione di rapporti duraturi e collaborativi, potrà essere l’alternativa alla ricerca di prezzi stracciati a favore di una relazione solida e vantaggiosa nel lungo termine per aziende e operatori. In questa direzione si stanno muovendo le realtà imprenditoriali più strutturate che cercano di attrarre ed integrare, come anello finale della supply chain, il miglior operatore logistico adatto alle loro esigenze, con il quale instaurare collaborazioni più ampie offrendogli trasparenza su gran parte di informazioni che possono generare un valore aggiunto nell’erogazione del servizio affinché si possa stabilire una relazione di tipo win-win.

 

INTERRUZIONE ALLA FERROVIA DEL RENO: ALIS CHIEDE AIUTO

Lo scorso 12 agosto è avvenuta l’interruzione della linea ferroviaria della valle del Reno, all’altezza di Rastatt si è verificato un abbassamento delle rotaie di mezzo metro causato dalle ingenti piogge e da problemi tecnici nella costruzione di un tunnel sotterraneo. Il 25 agosto Deutsche Bahn ha annunciato che le Ferrovie della Germania, Svizzera, Austria e Francia hanno avviato una collaborazione per affrontare insieme il blocco della linea ferroviaria, che rimarrà chiusa fino al 7 ottobre.
Appresa l’emergenza, Guido Grimaldi, presidente di Alis, ha denunciato il pericolo per il trasporto intermodale e chiede un intervento immediato del Governo italiano.
Il cedimento della ferrovia rischia di causare disservizi rilevanti al traffico merci sull’asse nord-sud.
Problematica che riguardano tutti i treni da e per l’Italia in transito attraverso Germania e Svizzera.
Il passaggio Reno-Alpi interessa diverse provincie italiane nelle quali lavorano importanti operatori logistici del Paese. Sono gli operatori italiani quelli che rischiano, a oggi, i danni maggiori.
Thomas Baumgartner, presidente di Anita (Associazione di Confindustria che rappresenta le imprese di autotrasporto merci e logistica che operano in Italia e in Europa) spiega: «Il 70% dell’export italiano passa attraverso le Alpi, e l’interscambio con il nord della Germania e il Benelux passa per la maggior parte via Svizzera con il sistema combinato ferrovia/strada>>
Le due settimane di Agosto posteriori all’interruzione sono state gestite dirottando i flussi di traffico su modalità stradale o via Brennero.
Continua Baumgartner “Il trasporto stradale, da solo, non sarà in grado di assorbire l’aumento di traffico previsto, quantificabile in circa 20mila Tir la settimana».
L’interruzione fino al 7 ottobre rischia di creare un blocco insormontabile per una parte importante dei flussi import-export tra Italia e Nord Europa in quanto attualmente non esistono soluzioni percorribili per risolvere questa interruzione. Inoltre se pensiamo che l’Austria sta valutando da tempo il calmieramento dei passaggi al Brennero, potrebbero riscontrarsi gravi ripercussioni sui costi di trasporto.
Il passaggio Reno-Alpi e il Brennero rappresentano il principale corridoio di collegamento fra l’Italia e il Nord Europa e su questo corridoio la percentuale di traffico intermodale supera il 50%.
Alis chiede un Tavolo tecnico al ministero dei Trasporti per trovare nuovi soluzioni. “Un lavoro che dovrà unire i gestori delle infrastrutture ferroviarie,i gestori dei terminal e tutti gli operatori interessati, per capire quali soluzioni si potranno attuare nel breve e lungo periodo” afferma Grimaldi.

 

“Il Rilancio del Mezzogiorno attraverso la logistica intermodale sostenibile”

Anche Active Logistics ha partecipato all’evento patrocinato da Alis il 17 luglio, oggetto di discussione: “ Il rilancio del mezzogiorno attraverso la logistica intermodale sostenibile”. Numerose le personalità intervenute all’incontro, sia dal versante pubblico sia privato, affinché si svolgesse un dibattito completo e costruttivo per trovare punti d’incontro nel raggiungimento degli obiettivi comuni.

Il giovanissimo presidente Alis, Guido Grimaldi ha sottolineato come “la riduzione del divario esistente tra nord e sud del paese in termini logistici, economici e infrastrutturali, è una priorità assoluta per l’associazione, il rilancio del Mezzogiorno favorirà non solo le aziende del Sud Italia ma anche quelle del Nord, che nello sviluppo infrastrutturale potranno realmente ampliare i loro mercati di riferimento attraverso una riduzione del costo logistico”.

L’Italia ha bisogno di viaggiare ad un’unica velocità, attraverso lo sviluppo di una logistica intermodale sostenibile, impostata in modo da coniugare le necessità delle imprese e degli operatori.
La chiave per raggiungere l’obiettivo è quella di fare network, creare dialogo e confronto, d’altronde il trasporto combinato è una catena composta da tante maglie quanti sono gli operatori coinvolti: se una delle maglie si sfalda, la catena si indebolisce.

ALIS si propone come centro nevralgico di questo confronto. Noi di Active Logistics siamo entusiasti di far parte e contribuire attivamente al raggiungimento di questo ambizioso progetto, in quanto crediamo che il raggiungimento di una logistica intermodale vada oltre il mero interesse degli specialisti di settore, piuttosto diventi un progetto da condividere come lavoro e come vantaggi con l’intero sistema paese, anche mediante progetti di collaborazione con altre aziende di settore dislocate nel sud Italia, in modo da ridurre il divario territoriale e offrire know how ai clienti.