Nuovi aumenti carburante: come agire?

L’Italia esce dalla recessione, ma nel settore dei trasporti cosa sta invertendo il senso di marcia? I nuovi aumenti carburante.

Il 30 aprile sono stati presentati dall’Istat i dati di chiusura del primo trimestre 2019. Il nostro Paese ha ottenuto dei risultati incoraggianti per l’economia nazionale: un Pil in crescita del +0,2% rispetto al trimestre di chiusura del 2018.

Le maggiori testate giornalistiche intitolano “L’Italia esce dalla recessione!”
Ma il settore dei trasporti sembra essere su una linea d’onda differente.
Cosa sta invertendo il senso di marcia?

È di pochi giorni fa la notizia che ci coinvolge e che frena drasticamente l’entusiasmo collettivo: i nuovi aumenti carburante.

I prezzi hanno toccato nuovi record sfiorando, prima del 25 aprile, i 2 euro al litro sulla rete autostradale italiana (casualmente a ridosso del lungo ponte?). Le aziende di trasporto, già fortemente provate dalla viabilità stradale, si trovano così nuovamente penalizzate.

Questo aumento di prezzo del carburante, che ci riconduce con le sue cifre a uno scenario già vissuto durante la scorsa primavera, determina forti problematiche nel mondo dei servizi di trasporto. Se la produttività nazionale è in crescita, la competitività del nostro settore subisce una netta riduzione.
Con l’incremento dei prezzi, le aziende di autotrasporto si trovano a scegliere tra due vie da percorrere: il mantenimento della competitività, ammissibile solo riducendo la marginalità già fortemente penalizzata, oppure l’aumento dei prezzi dei suoi servizi rischiando di uscire dagli standard di mercato.

Come agire?

Noi di Active Logistics da sempre convogliamo le nostre energie verso un mercato più intermodale, in cui l’ecosostenibilità dei trasporti si coniughi all’economia in una visione di rispetto globale. La nostra speranza è che presto anche la viabilità italiana si adegui ai nuovi standard e ci permetta di crescere insieme in questa direzione.
Per farlo auspichiamo che lo Stato intervenga in modo propositivo, investendo nell’intermodalità, nella viabilità (le strade italiane sono tra le più care d’Europa, fortemente danneggiate, l’entroterra pesarese è notevolmente penalizzato nei collegamenti con il versante occidentale), e, soprattutto, intervenendo attivamente nella definizione dei prezzi dei carburanti monitorandoli adeguatamente e costantemente.